Fame d’aria – Daniele Mencarelli
E’ così Mencarelli, sembra scrivere di cose piccole, con un linguaggio semplice quasi scarno a volte, per poi colpirci dritto in faccia, come un treno in corsa perché quel parlare di cose piccole in realtà ci parla di cose immense.
Ero un po’preoccupata. Lasciava Daniele, il personaggio della sua trilogia al contrario per arrivare a due nuovi personaggi. Due viaggiatori Pietro e Jacopo, padre e figlio, che in qualche modo idealmente iniziano la loro storia per strada proprio dove avevamo lasciato Daniele in “Sempre tornare”.
Un padre e un figlio autistico a basso funzionamento. Una storia complicata essere il padre di un figlio a basso funzionamento…”si caga e piscia addosso” ripeterà Pietro come un mantra a chi gli chiede spiegazioni.
E poi la rabbia, la solitudine, l’impotenza, l’assenza dello stato, degli aiuti, della solidarietà.
I due in viaggio per raggiungere Ginosa per riunirsi con la moglie, restano a piedi con l’auto fermandosi in un paesello di provincia e troveranno ospitalità in una locanda. Un meccanico, la cuoca della locanda Agata, Gaia che aiuta nelle faccende, personaggi di tutti i giorni che si incontrano in ogni luogo.
Mencarelli è tornato. Ed è un gran ritorno per me. Intenso come le sue poesie, doloroso come la realtà, senza filtri e senza sconti.
Vero come spesso spaventa. Emozionante.
Per me da leggere.